Pietro (Domenico Diele) è un tecnico specializzato che giunge in una località delle Alpi per provvedere a un guasto, ma si troverà a dover fare i conti con una misteriosa sparizione. La sua strada incrocerà quella di due fratelli, Lorenzo e Secondo (Adriano Giannini e Emir Kusturiça), custodi di segreti inconfessabili.

Quello di Claudio Noce è un thriller alpino che s'immerge nei grandi freddi dell'ambientazione sperando che sia essa a reggere il film, a dettare psicologie e atmosfere, a rendere interessante un'opera in cui manca soprattutto il senso della misura. Il regista sembra infatti tenere moltissimo a confezionare un campionario di velleità stilistiche a dir poco pacchiane: letteralmente quasi mezzo film è girato in ralenti; i momenti di maggior tensione sono sottolineati con invadenza grossolana; un fastidioso didascalismo soffoca ogni slancio, e il film si arena abbandonando le modeste premesse che aveva messo in campo. Gli attori annaspano, e non potrebbero fare altrimenti, perché la povertà della scrittura è così dilagante da non lasciare scampo a niente e a nessuno. Inguardabile anche l'ultima parte, che accumula una mezza dozzina di sottofinali uno più a vuoto dell'altro, compromettendo ulteriormente la già poca pazienza rimasta allo spettatore.