Fanny (Barbra Streisand), ragazzotta di umili origini, sogna di diventare una grande performer di Broadway. Ci riuscirà, troverà il successo e, inizialmente, l'amore dello scapestrato Nick (Omar Sharif). Quando lui verrà arrestato, però, lei si ritroverà sola.
Esordio di gran classe per l'astro nascente di Barbra Streisand, che debutta al cinema sotto l'ala protettiva di un maestro come William Wyler: il regista la dirige con amore – e un pizzico di maniera – nell'adattamento cinematografico del musical di Broadway (ispirato dal romanzo di Isobel Lennart, sceneggiatrice anche del film) di Bob Merril e Jule Styne, di cui era stata mattatrice assoluta qualche anno prima, sulla scena. Funny Girl, ispirato alla vita di Fanny Brice (attrice di rivista delle Zigfield Folies) è old-style e poco coinvolgente, e si lascia guardare solo per il furore e il carisma (magistrali) della sua protagonista, una Streisand che furoreggia nei numeri musicali e consegna una interpretazione convincente, divertita ed egualmente intensa. Sharif è una spalla dignitosa, ma Wyler orchestra tutto in maniera laccata e in ultima istanza poco incisiva, imponendosi come debitore maggiore della medietà di un'operazione interessante più sulla carta che sullo schermo. Certe sequenze cantate, però – come People o la concitata Rain on my parade – valgono ascolto e visione. Oscar alla Streisand come miglior attrice protagonista, buon successo di pubblico e sequel (dal titolo Funny Lady) nel 1975, diretto da Herbert Ross.