Henry Brogan (Will Smith) è un assassino professionista che lavora per i servizi segreti americani, pronto a ritirarsi a vita privata. La tanto attesa “pensione” viene bruscamente sconvolta da una minaccia impensabile: un suo clone infallibile, generato dallo spietato Clay Verris (Clive Owen), un tempo suo capo, il cui unico obiettivo è distruggere lo stesso Brogan.
Dopo Billy Lynn – Un giorno da eroe(2012), Ang Lee torna a sperimentare con i 120 fotogrammi al secondo, accompagnati da un 3D ad altissima definizione. Se in quel caso la tecnologia era pensata per rendere spettacolari le sequenze di guerra, in questo caso siamo di fronte a un classico action-movie che gioca tutte le sue carte sugli effetti speciali e le sequenze maggiormente adrenaliniche. L’apparato visivo può colpire e risultare all’avanguardia, soprattutto grazie al notevole ringiovanimento facciale di Will Smith, ma c’è ben poco arrosto oltre il fumo di una pellicola tanto ambiziosa quanto del tutto evanescente. Non bastano infatti gli sforzi tecnologici per nascondere l’impressione di trovarsi di fronte un prodotto vuoto e, paradossalmente, “vecchio”, che sembra uscito dagli anni Novanta e non riesce sostanzialmente mai ad aggiornare realmente l’immaginario del cinema d’azione a cui fa riferimento. La narrazione è banale e scontata, fatica ad appassionare e raggiunge picchi di ridicolo involontario in una parte conclusiva decisamente stonata e scritta grossolanamente. Mediocre prova di Will Smith in... entrambi i ruoli.