Frammenti di tormentata esistenza del poeta Giacomo Leopardi (Elio Germano), dalla sua giovinezza a Recanati, segnata dall'ingombrante presenza del padre Monaldo (Massimo Popolizio), legato a rigide convenzioni religiose e morali, fino all'ultimo viaggio a Napoli, devastata da una terribile epidemia di colera.
Mario Martone supera i limiti di un convenzionale ritratto scolastico del grande poeta di Recanati e tratteggia un quadro impressionista in cui le singole scene scorrono l'una nell'altra, senza l'ossessiva preoccupazione di intraprendere un percorso in cui gli eventi narrati debbano obbedire a una rigida consequenzialità. Lontano dai canoni precostituiti del biopic agiografico, Il giovane favoloso affascina, coinvolge ed emoziona soprattutto quando si concentra sull'insofferenza di un protagonista costantemente imbrigliato in una realtà che amplifica le sue fragilità. Salute precaria causata da immobilità, disturbi mentali e una rara forma di tubercolosi ossea segnarono profondamente l'esistenza di Leopardi ma, come suggerisce Martone, non gli impedirono di manifestare un appassionato desiderio di comporre poesia, di esprimere una forma d'arte che andasse al di là dei pregiudizi, delle menomazioni, delle imposizioni familiari. Elio Germano è straordinario nel calarsi nei panni di un uomo segnato da un pessimismo che lascia spazio ad amore, entusiasmo, fuoco e vita, alla ricerca di un' utopica realizzazione di se stessi. In un'atmosfera onirica e avvolgente, le sequenze di alto livello non mancano. E il finale alle pendici del Vesuvio, in cui scorrono i versi della lirica La ginestra, non si dimentica. Presentato in concorso alla 71ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.