Fortapàsc
2009
Paese
Italia
Generi
Drammatico, Biografico
Durata
108 min.
Formato
Colore
Regista
Marco Risi
Attori
Libero De Rienzo
Valentina Lodovini
Michele Riondino
Ernesto Mahieux
Massimiliano Gallo
Salvatore Cantalupo
La storia di Giancarlo Siani (Libero De Rienzo), giornalista della testata napoletana Il Mattino ucciso a soli 26 anni dalla camorra per le sue inchieste sulle attività illecite della malavita organizzata.
A diciott'anni da Il muro di gomma (1991), Marco Risi torna ad occuparsi con passione e impegno civile incandescente di un giornalista altrettanto appassionato e dedito al nucleo autentico della sua professione: un segugio della verità e della giustizia, che si muove e agisce in direzione ostinata e contraria rispetto alla realtà che lo circonda, che fa di tutto per stritolare e svalutare quotidianamente (a livello politico e sociale) i valori per i quali il giovane Siani lottava. Risi s'immerge nella Napoli degli anni '80 e torna alle coloriture del suo cinema militante, focalizzandosi su una figura esemplare e un martire dell'integrità, interpretato con buon mimetismo, a parte alcune sfasature sull'accento partenopeo, da Libero De Rienzo. Nonostante la sincerità e l'urgenza della storia, trasposta sullo schermo con semplicità ed onestà, il cinema di Risi, però, pare un po' più appannato e sottotono rispetto agli esordi del regista, che erano più vitali e meno esili di così.
A diciott'anni da Il muro di gomma (1991), Marco Risi torna ad occuparsi con passione e impegno civile incandescente di un giornalista altrettanto appassionato e dedito al nucleo autentico della sua professione: un segugio della verità e della giustizia, che si muove e agisce in direzione ostinata e contraria rispetto alla realtà che lo circonda, che fa di tutto per stritolare e svalutare quotidianamente (a livello politico e sociale) i valori per i quali il giovane Siani lottava. Risi s'immerge nella Napoli degli anni '80 e torna alle coloriture del suo cinema militante, focalizzandosi su una figura esemplare e un martire dell'integrità, interpretato con buon mimetismo, a parte alcune sfasature sull'accento partenopeo, da Libero De Rienzo. Nonostante la sincerità e l'urgenza della storia, trasposta sullo schermo con semplicità ed onestà, il cinema di Risi, però, pare un po' più appannato e sottotono rispetto agli esordi del regista, che erano più vitali e meno esili di così.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare