Parigi, quindicesimo secolo. Quasimodo (Lon Chaney), un essere gobbo e deforme, è il campanaro della cattedrale di Notre Dame. Seppur tutti abbiano paura di lui, il suo animo è buono e malinconico: diventato sordo a causa del suono delle campane, riesce a comunicare (a gesti) soltanto con il suo padrone, l'arcidiacono Claude Frollo (Nigel De Brulier). Quando in città arriva una tribù di zingari, Quasimodo s'innamora di una di loro: Esmeralda (Patsy Ruth Miller). Tra i più noti adattamenti cinematografici del celebre romanzo di Victor Hugo Notre-Dame de Paris, il film di Wallace Worsley punta in particolare sull'enorme talento di Lon Chaney, la cui gestualità e capacità espressiva danno vita a un Quasimodo semplicemente indimenticabile. Già regista di film di buona fattura (da The Penalty, del 1920, a L'asso di cuori, del 1921), Worsley gira con grande naturalezza, dando vita a una pellicola personale e che si prende diverse concessioni rispetto al testo di partenza. Lo si può definire un fantasy dall'atmosfera tetra e macabra, ma a guardarlo bene è soprattutto un film sentimentale, in cui al centro c'è un amore impossibile e tormentato. Nonostante l'eccessiva lunghezza, Il gobbo di Notre Dame emoziona e coinvolge, diverte e spaventa. Oggi come allora.