Il primo Natale
2019
Paese
Italia
Genere
Commedia
Durata
100 min.
Formato
Colore
Registi
Salvatore Ficarra
Valentino Picone
Attori
Salvatore Ficarra
Valentino Picone
Massimo Popolizio
Roberta Mattei
Il ladro Salvo (Salvatore Ficarra) e il sacerdote Valentino (Valentino Picone) vengono catapultati indietro nel tempo di 2000 anni circa in Palestina, al tempo della nascita di Gesù. La strana coppia si ritrova quindi in un contesto alieno, durante l'epoca del re Erode (Massimo Popolizio) e della dominazione romana sui territori del popolo ebraico: equivoci, incomprensioni e guai dietro l'angolo.
Il duo composto dai palermitani Salvo Ficarra e Valentino Picone, alle soglie del venticinquesimo anniversario del loro fortunato sodalizio artistico, si concede il tentativo di un fantasy biblico e in costume che li riporta indietro nel tempo, addirittura fino alla nascita di Cristo. Uno stratagemma narrativo e un pretesto sulla carta esplosivo più volte affrontato da svariati comici, basti pensare a Benigni e Troisi in Non ci resta che piangere (1984), ma che fin dalle prime battute si affloscia a causa di un gioco degli opposti e di un’orchestrazione di situazioni tutt’altro che brillante. Quest’aspetto, principale grimaldello dell’ironia di Ficarra e Picone tanto sul grande e piccolo schermo quanto a teatro, appare infatti sempre più sciatto e lasciato al caso, con canovacci e scambi di battute o sotto il livello di guardia o addirittura riciclati dai loro film precedenti (basti pensare alla sequenza dialogata della loro prefigurazione della Natività, che fa il paio con la scena in commissariato de Il 7 e l’8, o allo sketch sulla “Gerusalemme - Reggio Calabria”) e una povertà di idee e sorprese in verità piuttosto allarmante. Anche le stoccate politiche, inserite nella cornice di un film natalizio per famiglie ma indubbiamente calate nell’Italia del 2019 e nella sua attualità, appaiono sfocate e pretenziose oltre che meramente e furbescamente abbozzate, ma in compenso c’è da registrare una confezione che per scenografie, costumi e impatto estetico riesce a legittimare dall’inizio alla fine l’ambientazione biblica. Tra le rare sequenze più spassose spicca sicuramente quella della falsa identificazione di Maria e Giuseppe con bambinello al seguito ed è felice la scelta di far interpretare Erode a un attore di indubbio e solido mestiere come Massimo Popolizio, perfettamente a suo agio con dei panni al contempo esilaranti e mefistofelici, assecondati da un lavoro vocale e da una presa scenica puntualmente all’altezza. La sceneggiatura è firmata dagli stessi Ficarra e Picone con Fabrizio Testini e Nicola Guaglianone, che dopo aver scritto insieme al duo il precedente L’ora legale (2017) continua il suo percorso di sperimentazione in chiave fantastica in seno al nostro cinema. Fotografia di Daniele Ciprì.
Il duo composto dai palermitani Salvo Ficarra e Valentino Picone, alle soglie del venticinquesimo anniversario del loro fortunato sodalizio artistico, si concede il tentativo di un fantasy biblico e in costume che li riporta indietro nel tempo, addirittura fino alla nascita di Cristo. Uno stratagemma narrativo e un pretesto sulla carta esplosivo più volte affrontato da svariati comici, basti pensare a Benigni e Troisi in Non ci resta che piangere (1984), ma che fin dalle prime battute si affloscia a causa di un gioco degli opposti e di un’orchestrazione di situazioni tutt’altro che brillante. Quest’aspetto, principale grimaldello dell’ironia di Ficarra e Picone tanto sul grande e piccolo schermo quanto a teatro, appare infatti sempre più sciatto e lasciato al caso, con canovacci e scambi di battute o sotto il livello di guardia o addirittura riciclati dai loro film precedenti (basti pensare alla sequenza dialogata della loro prefigurazione della Natività, che fa il paio con la scena in commissariato de Il 7 e l’8, o allo sketch sulla “Gerusalemme - Reggio Calabria”) e una povertà di idee e sorprese in verità piuttosto allarmante. Anche le stoccate politiche, inserite nella cornice di un film natalizio per famiglie ma indubbiamente calate nell’Italia del 2019 e nella sua attualità, appaiono sfocate e pretenziose oltre che meramente e furbescamente abbozzate, ma in compenso c’è da registrare una confezione che per scenografie, costumi e impatto estetico riesce a legittimare dall’inizio alla fine l’ambientazione biblica. Tra le rare sequenze più spassose spicca sicuramente quella della falsa identificazione di Maria e Giuseppe con bambinello al seguito ed è felice la scelta di far interpretare Erode a un attore di indubbio e solido mestiere come Massimo Popolizio, perfettamente a suo agio con dei panni al contempo esilaranti e mefistofelici, assecondati da un lavoro vocale e da una presa scenica puntualmente all’altezza. La sceneggiatura è firmata dagli stessi Ficarra e Picone con Fabrizio Testini e Nicola Guaglianone, che dopo aver scritto insieme al duo il precedente L’ora legale (2017) continua il suo percorso di sperimentazione in chiave fantastica in seno al nostro cinema. Fotografia di Daniele Ciprì.
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