Il processo ai Chicago 7
The Trial of the Chicago 7
2020
Netflix
Paesi
Usa, Gran Bretagna, India
Generi
Storico, Drammatico
Durata
129 min.
Formato
Colore
Regista
Aaron Sorkin
Attori
Eddie Redmayne
Alex Sharp
Sacha Baron Cohen
Jeremy Strong
John Carroll Lynch
Yahya Abdul-Mateen II
Frank Langella
Mark Rylance
Joseph Gordon-Levitt
Michael Keaton
Ben Shenkman
Danny Flaherty
Dopo i terribili scontri tra polizia e manifestanti accaduti a Chicago nel 1968 durante una convention democratica, sette ragazzi (e un esponente delle Pantere Nere) vengono catturati e processati da una corte tutt'altro che neutrale tanto che, poco alla volta, sorgeranno molti dubbi sulla sentenza e la regolarità dell'udienza.
Scritto nel 2007 ma realizzato con oltre dieci anni di ritardo, Il processo ai Chicago 7 segna il gradito ritorno di Aaron Sorkin dietro la macchina da presa dopo l'altalenante Mollys' Game (2017). Maggiormente noto come sceneggiatore, anche in questo caso Sorkin si dimostra un drammaturgo degno di lode. Il suo film fa infatti perno su una struttura narrativa e una verve nei dialoghi davvero notevoli: sono le battute e la modalità di racconto a dare ritmo al lungometraggio e a esaltare i momenti più riusciti come il bellissimo incipit o i violenti flashback legati proprio alla repressione dei manifestanti. Oltre a voler ricostruire una delle pagine più nere della storia democratica statunitense, il regista ricostruisce una parabola perfetta sulle tensioni sociali più contemporanee che affliggono il suolo americano: dalla violenza delle forze dell'ordine sino alla discriminazione razziale, senza tuttavia dimenticarsi di denunciare una politica corrotta, capitanata da una destra nociva ma tutto sommato compatta e una sinistra debole poiché disgregata (in tal senso è esplicita la messa in scena nell'aula di tribunale con i sette capri espiatori disuniti ed eterogenei contro i più indissolubili avvocati dell'accusa). Peccato solo che, a conti fatti, questo senso più collettivo e nazionale emerga poco rispetto alle singole storie dei personaggi al centro della cronaca. Nonostante qualche scivolone (soprattutto nel finale) e delle scelte di cast non sempre indovinate (Gordon-Levitt, Redmayne e Keaton sono poco convincente mentre il migliore della banda è senza dubbio Sacha Baron Cohen), Sorkin è bravissimo nel mantenere sempre elevato il ritmo senza far pesare minimamente le oltre due ore di durata. Nel complesso un film riuscito, passato velocemente nelle sale prima di arrivare direttamente su Netflix.
Scritto nel 2007 ma realizzato con oltre dieci anni di ritardo, Il processo ai Chicago 7 segna il gradito ritorno di Aaron Sorkin dietro la macchina da presa dopo l'altalenante Mollys' Game (2017). Maggiormente noto come sceneggiatore, anche in questo caso Sorkin si dimostra un drammaturgo degno di lode. Il suo film fa infatti perno su una struttura narrativa e una verve nei dialoghi davvero notevoli: sono le battute e la modalità di racconto a dare ritmo al lungometraggio e a esaltare i momenti più riusciti come il bellissimo incipit o i violenti flashback legati proprio alla repressione dei manifestanti. Oltre a voler ricostruire una delle pagine più nere della storia democratica statunitense, il regista ricostruisce una parabola perfetta sulle tensioni sociali più contemporanee che affliggono il suolo americano: dalla violenza delle forze dell'ordine sino alla discriminazione razziale, senza tuttavia dimenticarsi di denunciare una politica corrotta, capitanata da una destra nociva ma tutto sommato compatta e una sinistra debole poiché disgregata (in tal senso è esplicita la messa in scena nell'aula di tribunale con i sette capri espiatori disuniti ed eterogenei contro i più indissolubili avvocati dell'accusa). Peccato solo che, a conti fatti, questo senso più collettivo e nazionale emerga poco rispetto alle singole storie dei personaggi al centro della cronaca. Nonostante qualche scivolone (soprattutto nel finale) e delle scelte di cast non sempre indovinate (Gordon-Levitt, Redmayne e Keaton sono poco convincente mentre il migliore della banda è senza dubbio Sacha Baron Cohen), Sorkin è bravissimo nel mantenere sempre elevato il ritmo senza far pesare minimamente le oltre due ore di durata. Nel complesso un film riuscito, passato velocemente nelle sale prima di arrivare direttamente su Netflix.
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