Prima metà del XIX secolo. Johann August Sutter (Luis Trenker) è costretto ad abbandonare l'Europa e la sua famiglia per motivi politici. Si trasferisce in California dove ottiene vaste zone di terreno in cui costruire il suo “impero” composto di fattorie, pascoli e granai. Improvvisamente sale la febbre dell'oro e il suo regno si sgretolerà completamente. Dopo Il figliuol prodigo (1934), Luis Trenker racconta un'altra storia di un uomo emigrato negli Stati Uniti, alla ricerca di quella fortuna che apparirà sempre più come un miraggio irraggiungibile. Il percorso compiuto dal personaggio è ben studiato e tutt'altro che banale: dall'abbandono forzato della propria casa al successo in terra straniera, fino a una nuova e definitiva sconfitta. Il tutto può apparire programmatico, ma lo sguardo del regista è appassionato e la messinscena sincera. Struggente è soprattutto il finale, simbolico e di ottimo spessore. In assoluto una delle pellicole di Trenker più solide e consistenti.