Indirizzo sconosciuto
Suchwiin bulmyeong
2001
Paese
Corea del Sud
Genere
Drammatico
Durata
117 min.
Formato
Colore
Regista
Kim Ki-duk
Attori
Kim Young-min
Myung Kye-nam
Yang Dong-kun
Pang Eun-jin
Ban Min-jung
Cho Jae-hyun
Lee In-ock
Mitch Malem
A Pyongtaek, cittadina coreana vicina ad una base militare americana, si incrociano i destini tragici di tre persone: il solitario Ji-hum (Kim Young-min), che vive con il padre (Myung Kye-nam) veterano di guerra; Chang-gook (Yang Dong-kun), figlio illegittimo di un soldato statunitense che abita con la madre (Pang Eun-jin) in un vecchio autobus dell'esercito; Eun-ok (Ban Min-jung), giovane ragazza senza un occhio che ha perduto il padre in battaglia.
Indirizzo sconosciuto e il successivo The Coast Guard (2002) riflettono l'esperienza personale di Kim Ki-duk, sottufficiale nell'esercito coreano per cinque anni. Non per questo siamo di fronte a un war movie, anche se diversamente da quasi tutta la filmografia del cineasta asiatico il microcosmo alienato in cui si muovono i protagonisti possiede una connotazione geografica precisa: Pyongtaek è sede di una delle più importanti battaglie svoltesi durante la Guerra di Corea. I personaggi al centro della scena non compaiono dal nulla, ma fanno quotidianamente i conti con un contesto storico che li ha privati di identità relegandoli ai margini. In questo contesto assumono un'importanza cruciale i silenzi, l'unico modo di esprimersi di esistenze vuote e “a perdere”, che hanno smarrito il proprio significato nel mondo e a cui non resta che un'attesa – quella delle lettere rispedite al mittente a causa dell'indirizzo inesistente che dà il titolo al film – destinata al fallimento. Essenziale, secco e brutale, ma anche capace di importanti slanci poetici: una tappa importante nella carriera del suo autore e, più in generale, nel cinema sudcoreano d'inizio nuovo millennio.
Indirizzo sconosciuto e il successivo The Coast Guard (2002) riflettono l'esperienza personale di Kim Ki-duk, sottufficiale nell'esercito coreano per cinque anni. Non per questo siamo di fronte a un war movie, anche se diversamente da quasi tutta la filmografia del cineasta asiatico il microcosmo alienato in cui si muovono i protagonisti possiede una connotazione geografica precisa: Pyongtaek è sede di una delle più importanti battaglie svoltesi durante la Guerra di Corea. I personaggi al centro della scena non compaiono dal nulla, ma fanno quotidianamente i conti con un contesto storico che li ha privati di identità relegandoli ai margini. In questo contesto assumono un'importanza cruciale i silenzi, l'unico modo di esprimersi di esistenze vuote e “a perdere”, che hanno smarrito il proprio significato nel mondo e a cui non resta che un'attesa – quella delle lettere rispedite al mittente a causa dell'indirizzo inesistente che dà il titolo al film – destinata al fallimento. Essenziale, secco e brutale, ma anche capace di importanti slanci poetici: una tappa importante nella carriera del suo autore e, più in generale, nel cinema sudcoreano d'inizio nuovo millennio.
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