Matura hostess di una compagnia messicana, Jackie Brown (Pam Grier) arrotonda importando denaro sporco a Los Angeles per conto di Ordell Robbie (Samuel L. Jackson), trafficante d'armi che si accompagna con l'avanzo di galera Louis (Robert De Niro). Incastrata dalla polizia, tenterà di architettare un piano per sottrarre tutti i soldi a Ordell e sfuggire alle forze dell'ordine, rinunciando all'amore dell'attempato Max Cherry (Robert Forster).
Il terzo lungometraggio di Quentin Tarantino, reduce dal clamoroso successo di Pulp Fiction (1994), ha diviso critica, pubblico e fan del cineasta di Knoxville fin dalla sua uscita in sala. La struttura narrativa classica, il ritmo dilatato, la rarefazione della violenza e il parziale abbandono dei celeberrimi dialoghi barocchi sono stati scambiati, anche da molti aficionados del regista, per una sua deriva anonima e impersonale. Jackie Brown è invece un originalissimo omaggio all'universo della Blaxploitation anni ‘70, di cui Pam Grier fu una delle star, nonché una spiazzante rilettura del genere melodrammatico filtrato con gli stilemi del polar. I protagonisti, dunque, combattono contro i propri sentimenti (amore, odio, senso del dovere, opportunismo) e decidono di agire comunque, quasi consapevoli di un destino di sconfitta che li attende. Il finale, infatti, è uno dei più amari e toccanti che Tarantino abbia mai girato. Capace di coinvolgere ed emozionare con sottili suggestioni, un film essenziale e sorprendente che vanta una formidabile colonna sonora funk-soul e un cast in ottima forma. Nomination all'Oscar per Robert Forster come miglior attore non protagonista. Prima (e al momento unica) sceneggiatura non originale di Quentin Tarantino: il soggetto è, infatti, il romanzo Punch al rum di Elmore Leonard.