La nobile famiglia dei Sandelle-Lafitte è scossa dal furto di un prezioso quadro. A guidare le indagini accorre un lontano parente americano (Armando Falconi) che si spaccia per un detective quando in realtà è un gangster molto temuto. Tuttavia, sarà proprio lui a far luce sul mistero del dipinto. Tratto dall'omonima commedia teatrale scritta da Dino Falconi, Joe il rosso è un film che convince solo in parte a causa dell'impianto teatrale di fondo dal quale non riesce a svincolarsi. Matarazzo si impegna a imprimere dinamismo alla vicenda con una regia movimentata e a tratti frenetica, ma senza mai riuscire a liberarsi dallo scheletro rigido di un copione statico e pedante. Armando Falconi è perfetto per la parte (scritta appositamente per lui dal figlio Dino), anche se bisogna ammettere che gran parte del merito relativo alle sue gag è da attribuire al copione originale. L'opera vuole essere una parodia del filone gangster americano, e in parte ci riesce, seppur diverse volte incappi in facili stereotipi e luoghi comuni: purtroppo, con il passare dei minuti l'attenzione cala sempre di più e la noia prende il sopravvento (persino la soluzione del mistero sembra un po' troppo frettolosa e poco credibile), compromettendo un progetto potenzialmente interessante ma che non riesce mai a decollare.