Julien Donkey-Boy
Julien Donkey-Boy
1999
Paese
Usa
Genere
Drammatico
Durata
94 min.
Formato
Colore
Regista
Harmony Korine
Attori
Ewen Bremner
Brian Fisk
Chloë Sevigny
Werner Herzog
Joyce Korine
Evan Neumann
Julien (Ewen Bremner) è un ragazzo con gravi turbe psichiche che lavora in una scuola per non vedenti. La sua vita è segnata dalla violenza incontrollabile che si porta dentro e da una famiglia che fatica a capire i suoi bisogni: il padre autoritario (Werner Herzog), la sorella incinta (Chloë Sevigny) e il fratello atleta (Evan Neumann).
Harmony Korine, alla sua opera seconda dopo Gummo (1997), torna a mettere in scena un'America dannata, costellata di personaggi assurdi e situazioni difficili da accettare. Privo di una vera e propria linearità narrativa, il film mostra “di traverso” la quotidianità di tutti i giorni: la famiglia, il lavoro, i rapporti genitori-figli, sono rappresentati in maniera grottesca e paradossale. Grazie anche a un notevole apparato visivo, volutamente confuso così da rappresentare al meglio la condizione mentale del protagonista, è un lungometraggio capace di rimanere a lungo impresso nella memoria: le ferite che lascia sono profonde e le sequenze da ricordare molteplici. Senza dubbio è un film crudele e stilisticamente impulsivo, ma anche pregno di una mistica sacralità, che graffia ancora di più grazie ai toni ruvidi e velenosi utilizzati. È la prima pellicola americana appartenente al movimento “Dogma 95”, pubblicato dai registi danesi Lars von Trier e Thomas Vinterberg: solo luci naturali, nessuna scenografia, camera a mano e totale assenza di colonna sonora. Come vuole il manifesto, il nome di Harmony Korine non rientra nei credits del (suo) film.
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