L'eredità Ferramonti
1976
Paese
Italia
Genere
Drammatico
Durata
124 min.
Formato
Colore
Regista
Mauro Bolognini
Attori
Dominique Sanda
Anthony Quinn
Gigi Proietti
Adriana Asti
Paolo Bonacelli
In una Roma del passato si consuma la storia di Irene (Dominique Sanda), donna bella e apparentemente placida che sposa Pippo Ferramonti (Gigi Proietti), figlio di un fornaio ricco ma che odia i figli e che non vuol lasciare loro nessuna eredità. Grazie al matrimonio con Pippo, Irene si insinua nella famiglia e mette in atto un diabolico piano per impossessarsi della lauta eredità…
Mauro Bolognini, esattamente come ne La viaccia (1961), racconta ancora di avidità e potere all'interno di un microcosmo familiare, amplificando la risonanza virata al nero di tali tematiche. Tratto dal romanzo di Gaetano Carlo Chelli, il film, sceneggiato da Bazzini, Bigazzi e Pirro, ha dalla sua eleganti tratti visivi declinati nelle belle ambientazioni e nei costumi d'epoca, capaci di dare vita a una confezione impeccabile che fa da contrappunto alle dolorose vicende tra consanguinei della trama. Bolognini pare però smarrire a tratti il polso e il controllo sull'operazione: la lunghezza è eccessiva per il materiale drammaturgico a disposizione, il ritmo della messa in scena non è all'altezza della cura estetica e l'insieme appare a tratti sfiatato e mal gestito. Buone interpretazioni, in compenso, di Quinn e Proietti, anche se su tutti svetta Dominique Sanda.
Mauro Bolognini, esattamente come ne La viaccia (1961), racconta ancora di avidità e potere all'interno di un microcosmo familiare, amplificando la risonanza virata al nero di tali tematiche. Tratto dal romanzo di Gaetano Carlo Chelli, il film, sceneggiato da Bazzini, Bigazzi e Pirro, ha dalla sua eleganti tratti visivi declinati nelle belle ambientazioni e nei costumi d'epoca, capaci di dare vita a una confezione impeccabile che fa da contrappunto alle dolorose vicende tra consanguinei della trama. Bolognini pare però smarrire a tratti il polso e il controllo sull'operazione: la lunghezza è eccessiva per il materiale drammaturgico a disposizione, il ritmo della messa in scena non è all'altezza della cura estetica e l'insieme appare a tratti sfiatato e mal gestito. Buone interpretazioni, in compenso, di Quinn e Proietti, anche se su tutti svetta Dominique Sanda.
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