Last Vegas
Last Vegas
2013
Paese
Usa
Generi
Commedia, Comico, Sentimentale
Durata
105 min.
Formato
Colore
Regista
Jon Turteltaub
Attori
Robert De Niro
Michael Douglas
Morgan Freeman
Kevin Kline
Mary Steenburgen
Quattro amici over 70 si ritrovano a Las Vegas per celebrare l'addio al celibato di uno di loro, Bill (Michael Douglas). A causa di un contenzioso passato con il promesso sposo che ancora non gli perdona, Paddy (Robert de Niro) è piuttosto ostile all'idea, ma alla fine gli altri due (Morgan Freeman e Kevin Kline) lo convincono. Tra una sbronza e l'altra, gli amici faranno i conti con se stessi e con il tempo che passa.
Senza dubbio Last Vegas si vorrebbe reggere unicamente sui quattro grandi interpreti che mette in campo, sornioni e smaliziati, smaccatamente autoironici nel fare i conti con i segni dell'età che avanza e delle senili debolezze che inevitabilmente ne derivano. Vedere nello stesso film quattro giganti e mostri sacri del cinema americano quali Robert de Niro, Michael Douglas, Morgan Freeman e Kevin Kline di fatto può essere considerata un'attrazione a sé stante, ma non può bastare affatto quando a cucire insieme le loro gesta c'è una sceneggiatura così fiacca e stereotipata, che spreca il potenziale della nostalgia e dei bagordi e scivola via verso soluzioni conciliatorie e buoniste, annacquate e prevedibili, quando non stiracchiate e volgarotte. Il format è palesemente rubacchiato al successo di Una notte da leoni (2009), ma l'anarchia in questo caso è solo sbandierata e mai realmente messa in campo. Film d'apertura del Torino Film Festival nel 2013.
Senza dubbio Last Vegas si vorrebbe reggere unicamente sui quattro grandi interpreti che mette in campo, sornioni e smaliziati, smaccatamente autoironici nel fare i conti con i segni dell'età che avanza e delle senili debolezze che inevitabilmente ne derivano. Vedere nello stesso film quattro giganti e mostri sacri del cinema americano quali Robert de Niro, Michael Douglas, Morgan Freeman e Kevin Kline di fatto può essere considerata un'attrazione a sé stante, ma non può bastare affatto quando a cucire insieme le loro gesta c'è una sceneggiatura così fiacca e stereotipata, che spreca il potenziale della nostalgia e dei bagordi e scivola via verso soluzioni conciliatorie e buoniste, annacquate e prevedibili, quando non stiracchiate e volgarotte. Il format è palesemente rubacchiato al successo di Una notte da leoni (2009), ma l'anarchia in questo caso è solo sbandierata e mai realmente messa in campo. Film d'apertura del Torino Film Festival nel 2013.
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