New York. Deejay radiofonico di grande successo, Jack Lucas (Jeff Bridges) istiga, inconsapevolmente, un malato di mente a commettere una strage. Tre anni dopo, ancora distrutto dai sensi di colpa e con la carriera in declino, viene salvato da un pestaggio da Parry (Robin Williams), esuberante clochard che perse la famiglia in quel tragico evento. In cambio, Jack lo aiuterà a conquistare Lydia (Amanda Plummer) e, soprattutto, a trovare il Santo Graal a Manhattan. Prima pellicola in cui Terry Gilliam firma la regia ma non la sceneggiatura, La leggenda del re pescatore rappresenta un “nuovo esordio” per l'autore di Brazil (1985): rispetto ai suoi lavori precedenti il suo stile si fa più incisivo, meno frivolo seppur sempre visivamente ardito. Il regista (intelligentemente) decide di non sovraccaricare troppo la pellicola con inserti “sopra le righe” e, pur rimanendo fedele alla propria idea di cinema, lascia il giusto spazio alla notevole sceneggiatura di Richard LaGravenese con cui costruisce una moderna fiaba medievale dove, sullo sfondo dei bassifondi di un New York inedita, trovano spazio cavalieri, combattimenti con frecce di gomma, calici magici e dolci “donne d'angelo” dal fascino irresistibile. Proprio come nelle favole del passato, si va dalla commedia al dramma, passando per l'avventura e la tragedia. Indimenticabile il personaggio di Lydia, timida donna che non riesce mai a uscire dalle porte girevoli perché travolta dalle persone che entrano dalla parte opposta. Leone d'argento alla Mostra del cinema di Venezia e Oscar alla miglior interpretazione femminile per Mercedes Ruehl.