Scampata a un destino di prostituzione grazie all'intervento del ricco libertino Domenico Soriano (Marcello Mastroianni), Filumena (Sophia Loren) ne diviene la serva e l'amante. Per regolarizzare la situazione e farsi sposare, fingerà di dover morire e rivelerà l'esistenza di tre figli, invitando l'uomo a scoprire quale sia il suo.
Dalla pièce Filumena Marturano di Eduardo De Filippo, una commedia diretta da Vittorio De Sica su sceneggiatura di Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Tonino Guerra e Renato Castellani. La regia elimina lo spirito teatrale della materia di base, puntando sulla struttura narrativa (la notevole e ponderata costruzione a flashback) ed esaltando l'odissea della protagonista, figura carnale in bilico tra reminiscenze ancestrali e attitudine femminista. Il risultato, assai godibile, dimostra onestà di intenti (De Sica tenta, al solito, di arrivare al cuore dello spettatore e colpisce più volte nel segno), stupendo per la padronanza tecnica e stilistica, anche se il tutto risulta a tratti un po' meccanico e furbetto, con una spiccata tendenza al sentimentalismo facile. Buona performance di Marcello Mastroianni; strepitosa Sophia Loren, obiettivo primario della macchina da presa (non a caso, produce Carlo Ponti). Marilù Tolo è Diana; musiche di Armando Trovajoli. Candidato a due premi Oscar (miglior film straniero e attrice) e vincitore di quattro David di Donatello (produzione, regia, attore, attrice).