Birkin (Colin Firth) è un reduce della Prima guerra mondiale, a cui viene affidato il restauro dell'affresco di una chiesa in un piccolo paesino della campagna inglese. L'uomo stringerà amicizia con Moon (Kenneth Branagh), un altro ex soldato rimasto traumatizzato dal conflitto con la passione per l'archeologia, e si innamorerà della moglie del vicario, Alice (Natasha Richardson). Tratto dall'omonimo romanzo di Joseph Lloyd Carr, in parte autobiografico, il film è un discreto esempio di dramma intimista dal taglio british che alterna il racconto dell'ex commilitone a splendide panoramiche sulla campagna inglese, offrendo vedute di ampio respiro che si contrappongono con intelligenza alla tormentata anima dell'uomo. I traumi dovuti all'esperienza del conflitto trovano forma con una delicatezza che rifiuta la retorica. La macchina da presa indugia sui volti dei due soldati mentre raccontano gli choc subiti, aiutando a definire le rispettive personalità. Una pellicola esile ma, a suo modo, graziosa, supportata da attori di razza (con Colin Firth e Kenneth Branagh ai primi passi, ma che mettono già in luce le loro capacità). Ritmo lento ma ben cadenzato, che contempla la solitudine di uomini traumatizzati dalle tragedie del passato. Presentato nella sezione Un Certain Regard al 40º Festival di Cannes.