Mine vaganti
2010
Paese
Italia
Generi
Commedia, Sentimentale
Durata
110 min.
Formato
Colore
Regista
Ferzan Özpetek
Attori
Riccardo Scamarcio
Nicole Grimaudo
Ennio Fantastichini
Alessandro Preziosi
Lunetta Savino
Ilaria Occhini
Elena Sofia Ricci
Bianca Nappi
Carolina Crescentini
Carmine Recano
Paola Minaccioni

Tommaso (Riccardo Scamarcio) vive a Roma, segue l'ambizione di diventare scrittore ed è deciso a rivelare alla sua famiglia la propria omosessualità in occasione del ritorno al paese natale, in provincia di Lecce, ma è anticipato dal fratello Antonio (Alessandro Preziosi) che, a sua volta, confessa di essere gay. Spiazzato da questa rivelazione, e per non pregiudicare la salute del padre omofobo (Ennio Fantastichini), Tommaso è costretto a zittirsi e a prendere le redini della società di famiglia, coadiuvato dalla bella Alba (Nicole Grimaudo), sua vecchia amica d'infanzia.

Dopo l'incursione nel thriller con Un giorno perfetto (2008), Özpetek torna ai temi e alle tonalità da commedia corale a lui care. Il doppio coming out è rivendicazione di un'identità sessuale ma, al contempo, è la spia rivelatrice di un disagio che accomuna tutti i protagonisti, ognuno dei quali si nasconde dietro a una maschera, e ha alle spalle un carico di delusioni e speranze infrante. Un'opera personale e sentita che ha tutto per funzionare e in cui, invece, non funziona quasi nulla. Perché Özpetek, come suo solito, esaspera i toni, esagera con le inutili sottolineature (si veda il personaggio della nonna da giovane interpretato da Carolina Crescentini) e si diverte a caricare eccessivamente figure che risultano fastidiosamente sopra le righe, senza mai diventare personaggi a tutto tondo. Il cineasta italo-turco, quindi, pecca ancora una volta sia di coraggio che di scarsa coerenza: accetta di mettersi a nudo ma non troppo; cerca la riflessione seria e l'affresco socio-culturale senza convinzione e incisività; sente l'esigenza di stemperare il tutto con tocchi comici spesso fuori luogo e con l'improprio abuso dei peggiori e più logori stereotipi sull'omosessualità e sul conservatorismo di stampo meridionale. Discreto successo internazionale anche grazie al Premio Speciale della Giuria conquistato al Tribeca Film Festival diretto da Robert De Niro.

Maximal Interjector
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