La finestra di fronte
2003
Paesi
Gran Bretagna, Italia, Portogallo, Turchia
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
106 min.
Formato
Colore
Regista
Ferzan Özpetek
Attori
Giovanna Mezzogiorno
Massimo Girotti
Raoul Bova
Filippo Nigro
Serra Yilmaz
Maria Grazia Bon
Benedetta Gargari
Massimo Poggio
Pur controvoglia e spinta del marito Filippo (Filippo Nigro), Giovanna (Giovanna Mezzogiorno) si fa carico di un misterioso anziano smemorato (Massimo Girotti) incontrato per strada. La storia dell'uomo sarà ricomposta passo dopo passo anche grazie all'aiuto che Giovanna ottiene da Lorenzo (Raoul Bova), suo vicino di casa su cui da tempo fantastica. Si scoprirà che l'anziano è un vecchio pasticciere di nome Davide, che ha aiutato alcuni ebrei durante il fascismo e ha tenuto nascosto per anni un segreto che continua a tormentarlo.
L'incontro tra Giovanna e Davide dà a Özpetek lo spunto per raccontare una duplice storia di sacrificio sentimentale, accomunando i due personaggi nella scelta di rinunciare alla felicità personale (la storia d'amore appena accennata con il vicino di casa per la donna e una relazione sentimentale proibita per l'uomo) in nome di un bene più grande (l'armonia famigliare nel primo caso, il salvataggio di alcuni corregionali nel secondo). Un melodramma che unisce temi come l'Olocausto, l'inquietudine esistenziale, la censura della propria omosessualità e il voyeurismo accompagnato dal sogno di una vita diversa e probabilmente migliore: ma il tutto è trattato in maniera sbrigativa e semplicistica, eccedendo nelle sottolineature e nella ricerca di soluzioni facili e consolatorie. Le potenzialità drammatiche della storia vengono quindi sistematicamente annacquate da uno sguardo cinematografico banale (con inserti fantastici che alla lunga diventano stucchevoli) e da una scrittura fiacca, attenta a non prendersi troppi rischi (alla fine Giovanna realizza parzialmente il suo sogno lavorativo pur rinunciando all'amore) e spalleggiata dal solito campionario di macchiette spesso fuori luogo (l'amica onnipresente o i bambini saccenti). Il risultato è comunque parzialmente salvato dalle buone interpretazioni di Giovanna Mezzogiorno e Massimo Girotti, qui al suo ultimo film e vincitore per questa prova di un David di Donatello postumo.
L'incontro tra Giovanna e Davide dà a Özpetek lo spunto per raccontare una duplice storia di sacrificio sentimentale, accomunando i due personaggi nella scelta di rinunciare alla felicità personale (la storia d'amore appena accennata con il vicino di casa per la donna e una relazione sentimentale proibita per l'uomo) in nome di un bene più grande (l'armonia famigliare nel primo caso, il salvataggio di alcuni corregionali nel secondo). Un melodramma che unisce temi come l'Olocausto, l'inquietudine esistenziale, la censura della propria omosessualità e il voyeurismo accompagnato dal sogno di una vita diversa e probabilmente migliore: ma il tutto è trattato in maniera sbrigativa e semplicistica, eccedendo nelle sottolineature e nella ricerca di soluzioni facili e consolatorie. Le potenzialità drammatiche della storia vengono quindi sistematicamente annacquate da uno sguardo cinematografico banale (con inserti fantastici che alla lunga diventano stucchevoli) e da una scrittura fiacca, attenta a non prendersi troppi rischi (alla fine Giovanna realizza parzialmente il suo sogno lavorativo pur rinunciando all'amore) e spalleggiata dal solito campionario di macchiette spesso fuori luogo (l'amica onnipresente o i bambini saccenti). Il risultato è comunque parzialmente salvato dalle buone interpretazioni di Giovanna Mezzogiorno e Massimo Girotti, qui al suo ultimo film e vincitore per questa prova di un David di Donatello postumo.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare