Minority Report
Minority Report
2002
Paese
Usa
Genere
Fantascienza
Durata
139 min.
Formato
Colore
Regista
Steven Spielberg
Attori
Tom Cruise
Max von Sydow
Colin Farrell
Steve Harris
Neal McDonough
Washington D.C., anno 2054. Tre individui dotati di poteri extra-sensoriali di preveggenza, i Precog, sono utilizzati da un'unità speciale della polizia, la “Precrimine”, per prevenire casi di omicidio. Un agente in servizio (Tom Cruise) scopre di essere coinvolto direttamente in una delle premonizioni. Braccato dal braccio armato dell'unità di prevenzione del crimine, finirà per portare alla luce le molte zone d'ombra insite in questa controversa procedura.
Tratto dal racconto breve Rapporto di minoranza di Philip K. Dick, il film segna il ritorno in grande stile di Steven Spielberg alla fantascienza, dopo il mezzo passo falso di A.I. – Intelligenza Artificiale (2001). Contraddistinto da un dinamismo visivo persino insolito per il regista, riesce a trovare un efficace punto di equilibrio tra gli spunti etico-filosofici contenuti nel racconto originale e il taglio da action-movie in cui un interprete come Tom Cruise è perfettamente a suo agio. Fondamentale anche la presenza nel cast del sempre gigantesco Max von Sydow, volto immortale del cinema classico, elemento a dir poco funzionale nella commistione tra vintage e ipertecnologia. Suggestiva la livida fotografia di Janusz Kaminski, costruita sulle tonalità desaturate del grigio e dell'azzurro. Molte le citazioni e gli omaggi cinefili, dal Sam Fuller de La Casa di Bambù (1955) alla kubrickiana “Cura Ludovico”, fino alle immancabili suggestioni da Blade Runner (1982) con annessa descrizione visiva di una società paranoica e disumanizzata, pronta al collasso. Ordinaria la colonna sonora di John Williams.
Tratto dal racconto breve Rapporto di minoranza di Philip K. Dick, il film segna il ritorno in grande stile di Steven Spielberg alla fantascienza, dopo il mezzo passo falso di A.I. – Intelligenza Artificiale (2001). Contraddistinto da un dinamismo visivo persino insolito per il regista, riesce a trovare un efficace punto di equilibrio tra gli spunti etico-filosofici contenuti nel racconto originale e il taglio da action-movie in cui un interprete come Tom Cruise è perfettamente a suo agio. Fondamentale anche la presenza nel cast del sempre gigantesco Max von Sydow, volto immortale del cinema classico, elemento a dir poco funzionale nella commistione tra vintage e ipertecnologia. Suggestiva la livida fotografia di Janusz Kaminski, costruita sulle tonalità desaturate del grigio e dell'azzurro. Molte le citazioni e gli omaggi cinefili, dal Sam Fuller de La Casa di Bambù (1955) alla kubrickiana “Cura Ludovico”, fino alle immancabili suggestioni da Blade Runner (1982) con annessa descrizione visiva di una società paranoica e disumanizzata, pronta al collasso. Ordinaria la colonna sonora di John Williams.
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