Uno studente (Jason Beghe) paralizzato riceve in regalo una scimmia cappuccina cui è stato innestato del tessuto cerebrale umano: tra i due si stabilisce un forte legame telepatico, che presto assume connotati inquietanti. Monkey Shines (cui l'edizione italiana ha regalato un sottotitolo inutile) racconta un tema affatto nuovo, quello del misterioso rapporto uomo-animale ma dalla prospettiva pessimista di Romero. La scimmietta diventa esecutrice materiale delle pulsioni rabbiose del suo padrone, secondo un meccanismo che ricorda un po' Brood – La covata malefica di David Cronenberg (1979), ma il rapporto tra i due è anche una delicata e spinosa relazione d'amore, fatta di ossessioni e possessività. Lo svisceramento di temi interessanti cede qui il passo a una confezione troppo raffazzonata per convincere fino in fondo e uno sdolcinato quanto posticcio happy ending, imposto dalla produzione, affloscia la pellicola nell'ultima parte. Ma la compenetrazione e lo scambio uomo-animale funzionano, specialmente quando vengono mostrati gli aspetti e i lati oscuri dell'uno riflessi nell'altro.