Hank Deerfield (Tommy Lee Jones) è un ex poliziotto militare e veterano dell'esercito degli Stati Uniti. Quando suo figlio Mike (Jonathan Tucker) sembra scomparso dopo essere tornato a casa dall'Iraq, Hank inizia un indagine per scoprire la verità.
Tratto da una storia vera e presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, Nella valle di Elah è il terzo lungometraggio firmato da Paul Haggis. La valle del titolo fa riferimento al luogo dove si sarebbe svolta la lotta tra Davide e Golia, menzionata nel film come spazio fortemente (e facilmente) simbolico nell'economia narrativa della pellicola. Sceneggiato dallo stesso Haggis insieme al giornalista Mark Boal (autore anche dei copioni di The Hurt Locker del 2008 e Zero Dark Thirty del 2012, entrambi diretti da Kathryn Bigelow), è un dramma che si svolge come una detective-story dove un padre è alla ricerca della verità sulla scomparsa del figlio, di cui restano solo delle testimonianze video registrate durante la guerra. L'andamento è ridondante e prolisso, mentre la retorica, così come nel precedente Crash – Contatto fisico (2006), fa spesso capolino nel tentativo di coinvolgere lo spettatore a tutti i costi. Il soggetto (e la primissima parte) non era niente male, ma Haggis punta su una messinscena spesso ricattatoria, che superficializza l'interessante messaggio di base su una nazione (gli Stati Uniti d'America) che, dopo l'11 settembre, non sa più come proteggere i propri figli. Notevole performance di Tommy Lee Jones.