Milena (Anastassia Liutova) e Philip (Penko Gospodinov), dopo una relazione virtuale, si incontrano per una vacanza in un'isolata casa in riva a un lago. I primi giorni sono passionali e felici ma presto la situazione degenera, anche a causa di un tragico incidente. Inquietante e morbosa cronaca di una storia d’amore che, raggiunto il suo zenit, velocemente crolla tra paure, noia, sensi di colpa e recriminazioni, e che la rappresentazione (centrale) del paesaggio carica di suggestioni quasi metafisiche. Denis Côté costruisce l’intero film su quello che diventerà un elemento fondamentale del suo cinema, qui accentuandolo: l’ambiente e il paesaggio come metafore delle condizioni interiori dei personaggi (lo testimoniano i frequenti momenti in cui “in scena” sono solo il lago ricoperto di nebbia o gli alberi della foresta). Sono proprio questi i momenti in cui l'opera trasmette un certo fascino, presentandosi – nel suo complesso – come un esercizio di stile non privo di sequenze efficaci, ma un po’ prolisso e inconcludente.