In un paesino australiano, Oscar (Ralph Fiennes) è un pastore protestante e Lucinda (Cate Blanchett) possiede una vetreria. Entrambi abili nel gioco d’azzardo decidono di costruire una chiesa in vetro e di trasportarla in un'altra località. Già attratti l’uno dall’altra è proprio durante il viaggio che, anche se ostacolati da circostanze avverse, i due si avvicineranno ulteriormente.

Tratto dall’omonimo romanzo di Peter Carey, la pellicola vuole essere un dramma storico dai risvolti romantici e sul fronte della ricostruzione storica non c’è nulla da obiettare ma, una volta visti i costumi e le ambientazioni, rimane ben poco su cui discutere. La sceneggiatura non ha vigore e in un susseguirsi di vicissitudini non indispensabili, al limite dell’imbarazzante, la vicenda, priva di una direzione chiara, non risulta interessante. Complici dell’esito mediocre anche due attori protagonisti di tutto rispetto ma non adeguati al ruolo che sono chiamati a rivestire: un fulvo Fiennes dai tratti involontariamente comici è un religioso macchiettistico mentre una Blanchett debuttante risulta ancora acerba e, entrambi privi di fascino, sono ben lontani dal poter dare un contributo sufficiente per riscattare una storia trascurabile e dimenticabile.