Il cinquantenne Gianni (Gianni Di Gregorio) vive con l'anziana madre (Valeria De Franciscis Bendoni), nobile decaduta, e si ritrova a festeggiare il ferragosto a Roma. L'amministratore del condominio (Alfonso Santagata) e un amico medico (Marcello Ottolenghi) chiedono a Gianni di ospitare altre tre anziane signore per il pranzo festivo. Così la piccola compagnia si ritrova a passare insieme il ferragosto. Esordio alla regia per il cinquantanovenne Gianni Di Gregorio, sceneggiatore di fiducia di Matteo Garrone che produce il film. Una operina leggera e scanzonata, divertente che accumula gag più o meno riuscite, confezionate con una regia sobria e essenziale. Prodotto esile ma comunque godibile, in cui Di Gregorio si mette in gioco in prima persona con ironia, sa prendersi in giro e suscita simpatia, ma la costruzione narrativa è abbastanza semplicistica e i personaggi si limitano a essere macchiette ilari ma, in fin dei conti, superficiali. Anche le riflessioni sulla vecchiaia, la solitudine e l'importanza dello stare insieme appaiono trattate in maniera sbrigativa e non particolarmente approfondita. Resta comunque un interessante passatempo da un'ora e quindici minuti, durata ideale per un gioco che alla lunga potrebbe mostrare la corda. Grande (e inaspettato) successo di pubblico, oltre al premio per la miglior opera prima al Festival di Venezia e il David di Donatello per il miglior esordiente.