Parthenope
2024
Paese
Italia
Genere
Drammatico
Durata
136 min.
Formato
Colore
Regista
Paolo Sorrentino
Attori
Francesca Romana Bergamo
Dario Aita
Paola Calliari
Stefania Sandrelli
Silvio Orlando
Luisa Ranieri
Alfonso Santagata
Nello Mascia
Gary Oldman
Celeste Dalla Porta
Peppe Lanzetta
1950. Parthenope nasce dal mare, ma non è né una sirena, né un mito. Negli anni dell’università sviluppa una passione smodata per l’antropologia, pur non sapendo cosa sia, ma dimostrando una curiosità e una capacità di apprendere fuori dal comune. La sua giovinezza, però, se ne sta andando, mentre la sua famiglia inizia a disgregarsi a causa di un trauma che la segnerà per tutta la vita.

Una parte(nope) per il tutto. Tre anni dopo il potentissimo È stata la mano di Dio, Paolo Sorrentino torna dietro la macchina da presa per approfondire un personaggio che rappresenta molto di più, una sineddoche del golfo di Napoli, ma anche di un’intera esistenza, raccontata attraverso varie tappe contrassegnate da eccitazione e malinconia, gioia e paura, vita e morte. Se nel film del 2021 il regista partenopeo parlava esplicitamente di se stesso, in questo caso opta per una figura femminile profondamente simbolica e capace di inglobare nella sua storia tantissime altre vicende. Dopo un ottimo incipit, il film diventa per qualche sequenza più controllato, ma mai freddo, prima di esplodere nella splendida parte a Capri, dove si respira tutto il racconto di una giovinezza tanto spensierata quanto già nostalgica, prima che un evento tragico faccia passare Parthenope all’età adulta. Per la prima volta nella sua carriera, Sorrentino opta per una protagonista femminile all’interno di una pellicola in cui le donne hanno diversi ruoli dominanti, ma dove svetta anche lo splendido professore interpretato da Silvio Orlando, una figura di mentore per la giovane protagonista in uno dei duetti più efficaci e incisivi che Sorrentino abbia mai realizzato (ma non va sottovalutato anche il John Cheever interpretato da Gary Oldman). La sua cinepresa, inoltre, danza in questo film ragionando in maniera perentoria sui corpi in scena, regalando una serie di sequenze di grande forza sul versante audiovisivo, capaci di descrivere al meglio quella grande bellezza (non a caso il film si apre con una citazione da Céline, come nel lungometraggio del 2013) impossibile da ritrovare per il personaggio di Jep Gambardella. Dalle immagini del mare allo scudetto del Napoli del 2023, Parthenope è però anche una riflessione storica e antropologica sulla città del regista, ancora raccontata nei suoi vizi e nelle sue virtù da Sorrentino che – quantomeno a livello di ambientazioni – l’aveva lasciata dopo l’esordio con L’uomo in più (2001) per ritrovarla proprio con È stata la mano di Dio. Notevolissimo, inoltre, il lavoro di tutto il cast, a partire dall’eccellente protagonista Celeste Dalla Porta, perfetta in un ruolo non semplice e in cui doveva trasmettere con il suo sorriso e la sua bellezza tutto lo sgomento per una giovinezza che, anche nel momento in cui si sta vivendo, appare già perduta e lontana nel tempo. Presentato in concorso al Festival di Cannes.
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