Palombella Rossa
1989
Paese
Italia
Generi
Commedia, Sportivo
Durata
89 min.
Formato
Colore
Regista
Nanni Moretti
Attori
Nanni Moretti
Silvio Orlando
Mariella Valentini
Alfonso Santagata
Claudio Morganti
Asia Argento
Imre Budavári
Michele Apicella (Nanni Moretti) è un ex militante comunista che ha perso la memoria e non ricorda nulla né di se stesso né tantomeno delle sue origini politiche. Michele cerca di ritrovare la memoria attraverso la pallanuoto e ricomincia a giocare con la sua squadra, guidata da un allenatore a dir poco logorroico e scoppiato (Silvio Orlando).
Il film più allegorico di Moretti parte dallo sport che il regista ha largamente praticato in gioventù, per farsi metafora di un'ideologia senza memoria, senza aspirazioni, senza speranza. Palombella rossa, però, nonostante un'ambientazione (praticamente tutta la pellicola, fatta eccezione per l'inizio, la fine e i flashback è tutta ambientata attorno a una piscina) e un'idea di messa in scena piuttosto radicali, claustrofobiche e in qualche modo addirittura estreme, non convince appieno: il film appare troppo prigioniero delle, comunque notevoli, isolate invenzioni di Moretti, sardoniche e ciniche a livelli massimi, quando non amare o nostalgiche. Al di là dell'esagitazione agonistica (una cifra che in alcuni punti finisce con lo strozzare il film), emerge ugualmente con discreta forza la denuncia morettiana che in questo caso si scaglia contro l'uso corrotto delle parole, che distorce il linguaggio e lo piega ai fini più abietti, come il pressapochismo del luogo comune (e delle espressioni proprie di un modo di parlare pigro e insalubre), o l'approssimazione di certo giornalismo in cui ogni concetto, non appena è scritto, diviene automaticamente menzogna. L'ex pallanuotista ungherese Imre Budavári interpreta se stesso.
Il film più allegorico di Moretti parte dallo sport che il regista ha largamente praticato in gioventù, per farsi metafora di un'ideologia senza memoria, senza aspirazioni, senza speranza. Palombella rossa, però, nonostante un'ambientazione (praticamente tutta la pellicola, fatta eccezione per l'inizio, la fine e i flashback è tutta ambientata attorno a una piscina) e un'idea di messa in scena piuttosto radicali, claustrofobiche e in qualche modo addirittura estreme, non convince appieno: il film appare troppo prigioniero delle, comunque notevoli, isolate invenzioni di Moretti, sardoniche e ciniche a livelli massimi, quando non amare o nostalgiche. Al di là dell'esagitazione agonistica (una cifra che in alcuni punti finisce con lo strozzare il film), emerge ugualmente con discreta forza la denuncia morettiana che in questo caso si scaglia contro l'uso corrotto delle parole, che distorce il linguaggio e lo piega ai fini più abietti, come il pressapochismo del luogo comune (e delle espressioni proprie di un modo di parlare pigro e insalubre), o l'approssimazione di certo giornalismo in cui ogni concetto, non appena è scritto, diviene automaticamente menzogna. L'ex pallanuotista ungherese Imre Budavári interpreta se stesso.
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