Il sol dell’avvenire
2023
Paese
Italia
Generi
Commedia, Drammatico
Durata
95 min.
Formato
Colore
Regista
Nanni Moretti
Attori
Nanni Moretti
Margherita Buy
Mathieu Amalric
Silvio Orlando
Barbora Bobulova
Elena Lietti
Giovanni (Nanni Moretti) sta girando un film ambientato nel 1956 e incentrato sulla storia del segretario di una sezione del PCI che deve capire come reagire all'invio dei carri armati sovietici a Budapest. La produttrice del film è sua moglie Paola (Margherita Buy), che però sta pensando di lasciarlo, anche se Giovanni non lo sa.

Due anni dopo aver realizzato, per la prima volta nella sua carriera, con Tre piani un film tratto da una sceneggiatura non sua (alla base c’era l’ottimo romanzo omonimo di Eskol Nevo), Nanni Moretti torna dietro la macchina da presa per un film intriso del suo cinema e della sua poetica. Scegliendo di utilizzare il passato (gli eventi del 1956) per capire il presente e riflettere così sul futuro, Moretti mescola un autocitazionismo sfrenato – la coperta con cui si copre mentre sta per guardare Lola è la stessa della locandina di Sogni d’oro (1981) – con diversi spunti sarcastici sull’attualità, mettendo alla berlina un’industria cinematografica e televisiva che ha perso per lui la giusta direzione estetica e, di conseguenza, etica: dalla violenza gettata in pasto come intrattenimento a degli spettatori sempre più voraci, passando per strategie distributive incentrate unicamente sul consumo facile e sugli algoritmi netflixiani. Si apre con un’azione dal sapore circense, Il sol dell’avvenire, il film forse più felliniano e, ancor più, chapliniano (entrambi citati esplicitamente) che Moretti abbia fatto nella sua carriera, ma anche in questo caso la riflessione sul passato della settima arte è utilizzata per comprendere il cinema del presente. Tra caroselli e girotondi, Il sol dell’avvenire ci trasporta a bordo di una girandola di emozioni contrassegnata da tempi comici perfetti e da passaggi commoventi ad alto tasso emotivo, sui cui svetta la splendida manifestazione finale che rappresenta una delle conclusioni più forti della filmografia di Moretti. Poco importa che alcuni concetti siano un po’ ripetuti (il rapporto tra amore e politica, in primis) di fronte a un disegno di insieme incisivo, maturo e capace di insegnarci così tanto sul cinema e, di conseguenza, sulla vita. Perché anche di fronte a un fallimento esistenziale che ci appare senza speranza, il finale della nostra storia si può sempre cambiare. Perché la Storia, ci insegna ancora una volta Moretti, si può fare anche con i se e con i ma. 
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