Mia madre
2015
Paesi
Italia, Francia
Genere
Drammatico
Durata
106 min.
Formato
Colore
Regista
Nanni Moretti
Attori
Margherita Buy
John Turturro
Giulia Lazzarini
Nanni Moretti
Beatrice Mancini
Toni Laudadio
Renato Scarpa
Margherita (Margherita Buy) è una regista di successo alle prese con un film sugli scioperi degli operai nelle fabbriche, dal titolo Noi siamo qui. Sua madre Ada (Giulia Lazzarini), nel frattempo, è ricoverata in ospedale e le sue condizioni di salute peggiorano irrimediabilmente. Intanto, il fratello di Margherita, Giovanni (Nanni Moretti), prende un periodo di aspettativa dal lavoro per stare vicino alla madre. Dopo aver dedicato i suoi due ultimi film, Il caimano (2006) e Habemus Papam (2011), a due capisaldi tematici quali il potere politico in seno all'immaginario dell'Italia berlusconiana e un pontefice di fantasia in crisi personale, Nanni Moretti torna a rivolgere la sua lente d'ingrandimento completamente su se stesso, raccontando in modo spudoratamente autobiografico e con toni intimi ed elegiaci la traumatica e destabilizzante consapevolezza del distacco definitivo dalla propria madre, un'esperienza vissuta sulla propria pelle proprio durante il montaggio del film precedente. Mia madre è in assoluto uno dei lungometraggi di Moretti più asciutti e controllati, un'opera rigorosa nella commozione, mai ricattatoria, tutta all'insegna di un pudore castissimo e levigato. Una disarmante dichiarazione d'inadeguatezza da parte dell'autore dinanzi al dolore dell'esistenza, che accarezza l'anima dello spettatore senza narcisismo commiserativo, sebbene il livello di coinvolgimento personale del regista nella storia narrata, compresi alcuni eventi e situazioni riportati esattamente come sono accaduti, sia di fatto del cento per cento, restituendo un realismo viscerale nel trattare argomenti quanto mai scomodi come il lento declino fisico di una persona amata. Se gli inserti comici che vedono protagonista un gigione e scatenato John Turturro, divo americano incapace ed esplosivo, appaiono efficaci nel bilanciare il lirismo e la lacrima facile delle tante sequenze nostalgiche e oniriche, altrettanto convincente è la scelta di una Buy nevrotica e più morettiana che mai come sfacciato alter-ego per veicolare un'autoanalisi di se stesso, del suo cinema e della sua vita. Di grande poesia la scena immaginaria sulle note di Famous Blue Raincoat di Leonard Cohen davanti al vecchio cinema Capranichetta in cui si proietta Il cielo sopra Berlino (1987) di Wim Wenders. Eccellente anche l'intera parte finale. Presentato in concorso al Festival di Cannes.
Maximal Interjector
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