Qualcosa di nuovo
2016
Paese
Italia
Genere
Commedia
Durata
100 min.
Formato
Colore
Regista
Cristina Comencini
Attori
Paola Cortellesi
Micaela Ramazzotti
Eduardo Valdarnini
Eleonora Danco
Lucia (Paola Cortellesi) e Maria (Micaela Ramazzotti) sono amiche da una vita ed entrambe non hanno fortuna in amore: mentre la prima decide di chiudere con gli uomini, la seconda si apre invece a ogni tipo di esperienza. L’incontro con il diciannovenne Luca (Eduardo Valdarnini), focoso e vulcanico ma anche insospettabilmente maturo, farà perdere la testa a entrambe.
Adattamento della pièce teatrale La scena firmata dalla stessa regista e portata sul palco da Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti, Qualcosa di nuovo è una commedia romantica sul disintegrarsi del divario generazionale che porta donne mature a preferire partner molto più giovani (i cosiddetti “toy boy”) e viceversa ragazzi imberbi a scegliere compagnie femminili dell’età delle loro madri. Anche se non manca più di una riflessione sulla solitudine delle donne in carriera contemporanee, il film si basa soprattutto su un gioco di scambi ed equivoci che a lungo andare mostra la corda, soprattutto verso un finale che, non sapendo dove andare a parare, brancola alla ricerca di stupore a tutti gli effetti. Carica di cliché e ampiamente incline a indulgere nei tanto vituperati stereotipi di genere, la pellicola diverte meno di quanto vorrebbe e non lascia mai il segno, a cominciare dalle caratterizzazioni delle due antitetiche protagoniste: refrattaria al sesso l’una quanto disinibita l’altra, entrambe comunque incapaci di vivere un rapporto sincero. Nessuna nota di particolare merito al cast, che non accende mai veramente l’attenzione, non riuscendo a uscire dalle gabbie di personaggi piuttosto bidimensionali.
Adattamento della pièce teatrale La scena firmata dalla stessa regista e portata sul palco da Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti, Qualcosa di nuovo è una commedia romantica sul disintegrarsi del divario generazionale che porta donne mature a preferire partner molto più giovani (i cosiddetti “toy boy”) e viceversa ragazzi imberbi a scegliere compagnie femminili dell’età delle loro madri. Anche se non manca più di una riflessione sulla solitudine delle donne in carriera contemporanee, il film si basa soprattutto su un gioco di scambi ed equivoci che a lungo andare mostra la corda, soprattutto verso un finale che, non sapendo dove andare a parare, brancola alla ricerca di stupore a tutti gli effetti. Carica di cliché e ampiamente incline a indulgere nei tanto vituperati stereotipi di genere, la pellicola diverte meno di quanto vorrebbe e non lascia mai il segno, a cominciare dalle caratterizzazioni delle due antitetiche protagoniste: refrattaria al sesso l’una quanto disinibita l’altra, entrambe comunque incapaci di vivere un rapporto sincero. Nessuna nota di particolare merito al cast, che non accende mai veramente l’attenzione, non riuscendo a uscire dalle gabbie di personaggi piuttosto bidimensionali.
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