Judd (Neville Brand), reduce di guerra e pericoloso psicopatico, accoglie le proprie ignare vittime nel fatiscente Starlight Motel, sperduto nei meandri della provincia americana: delle carni straziate dei malcapitati si ciba il suo grottesco "animale domestico", un enorme coccodrillo che vive nell'adiacente palude. Dopo l'iconico Non aprite quella porta (1974), Tobe Hooper torna a narrare delle aberrazioni umane che si nascondono nelle pieghe più oscure della società civile. Ripetitivo negli schemi e autoreferenziale per quanto riguarda il sottotesto, il film riesce comunque a mantenere una discreta tensione attraverso l'uso claustrofobico degli ambienti, i contrasti cromatici e l'atmosfera decadente e malsana. I personaggi, derelitti, disturbati mentali, frutto di un substrato sociale malato, saranno metaforicamente divorati dal loro stesso ambiente di provenienza, in cui il coccodrillo rappresenta il vertice della catena alimentare. Consigliato, in ogni caso, solo ai fan dell'horror puro. Marilyn Burns è Faye, un giovane Robert Englund (non ancora trasformato da Wes Craven nel mostruoso Freddie Krueger di Nightmare – Dal profondo della notte, 1984), è Buck. I più attenti riconosceranno, nel ruolo di Miss Hattie, gestrice della casa di tolleranza, Carolyn Jones, nota per il ruolo di Morticia nella serie tv La famiglia Addams (1964-1966).