I racconti immorali di Borowczyk
Contes immoraux
1974
Paese
Francia
Generi
Drammatico, Erotico, Sentimentale
Durata
103 min.
Formato
Colore
Regista
Walerian Borowczyk
Attori
Fabrice Luchini
Lisa Danvers
Charlotte Alexandra
Paloma Picasso
Pascale Christophe
Florence Bellamy
Jacopo Berinizi
Lorenzo Berinizi
Philippe Desboeuf
Film a episodi. La Marée: due cugini (Fabrice Luchini e Lisa Danvers) si presentano gioie e dinamiche del sesso, in riva al mare. Thérèse Philosophe: il licenzioso romanzo erotico del XVIII secolo che dà titolo all'episodio ispira le fantasie di Thérèse (Charlotte Alexandra), chiusa per punizione all'interno di un ripostiglio. Erzsébet Bàthory: la contessa Erzsébet Bàthory (Paloma Picasso) sacrifica le giovinette che popolano i villaggi attorno al suo castello per bere il loro sangue e mantenere la propria beltà. Lucrezia Borgia: Lucrezia Borgia (Florence Bellamy) ha rapporti incestuosi con il padre, papa Alessandro VI (Jacopo Berinizi), e il fratello, il cardinale Cesare (Lorenzo Berinizi).

Controverso, censurato, uscito in Italia con notevoli modifiche rispetto al cut originale e addirittura sequestrato nel 1977 dalla Corte d'Appello di Roma (con revoca dello stesso nel 1978), I racconti immorali di Borowczyk è un'opera sfrenatamente indicativa della poetica precisa e ragionevolmente sessuale del suo autore. In viaggio libertario tra passato e presente, consapevolezza storica e influenza letteraria (il primo episodio è ispirato a un racconto di André Pieyre de Mandiargues, di cui Borowczyk nel 1976 adatterà Il margine), i quattro episodi si snodano – seppure imperfetti – in modo da stanare ogni forma di prurigine e indulgenza. Le storie, cui Borowczyk dedica attenzione anatomica e filosofica in egual maniera, ridefiniscono la concezione cinematografica di erotismo (al di là dell'effettiva qualità del risultato finale), e si impongono come spartiacque necessario – e autolesionista, considerati le imminenti involuzioni nella carriera di Borowczyk – per ripensare il sesso sul grande schermo. Immorale? Sicuramente. Forse anche più della Trilogia della vita di pasoliniana memoria: se Pasolini faceva i conti con il giogo del passato e con i torchi imprescindibili del cattolicesimo e della cultura (reazionaria o meno) della società d'appartenenza, Borowczyk usa il retaggio e il passato come invasivo e intimo dispositivo per esplorare e cantare le lodi, le esclusività (e le infamie) dei suoi racconti. Autocompiaciuto? Non del tutto. Una missione di pensiero, segreta e corporale, si nasconde in fondo dietro l'intera operazione. Nel ruolo della letale contessa Bàthory appare Paloma Picasso, figlia di Pablo e di Françoise Gilot.
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