Due ragazze sulla trentina, Annie (Lynda Steadman) e Hannah (Kathryn Cartlidge), colleghe inseparabili quando frequentavano l'università, si rincontrano durante un weekend a Londra, all'insegna della malinconia e di ciò che entrambe si sono lasciate alle spalle. Reduce da uno dei suoi film più riusciti, Segreti e bugie (1996), Leigh si getta a capofitto nel cinema al femminile, provando a bilanciare risate e lacrime, lavorando sulla profondità psicologica ma soprattutto sulla sottolineatura piuttosto evidente dell'efficacia delle sue attrici in rapporto ai personaggi che interpretano: una corrispondenza che si vorrebbe rimarcare in modo fin troppo automatico, attraverso il tipico stile ruvido e realistico del regista e le sue scelte come sempre tutte al servizio degli attori. Il filo nostalgico è però esile, la coralità messa in piedi dai personaggi di contorno più fragile di altri film di Leigh, il disincanto sa molto di insincera consolazione: l'insieme, tra alti e bassi, suggerisce la netta sensazione di una specie di Ken Loach in tono minore, più colorato e vivido dei film del regista di Riff Raff (1991) ma troppo impantanato nelle ristrettezze del racconto, nelle sue dinamiche risapute, nella predominanza sovraccarica del dialogo. La brevità del minutaggio, non abituale per Leigh, va di pari passo con una maggiore titubanza, ma è innegabile, pur con tutte le riserve del caso, il carisma magnetico delle attrici e la loro invidiabile alchimia. Canzoni dei The Cure.