Carol (Catherine Deneuve) è una giovane estetista che vive a Parigi con la sorella maggiore Helen (Yvonne Furneaux). Androfoba e mentalmente instabile, lasciata a casa sola per una settimana scivolerà lentamente nella follia, confondendo realtà e immaginazione.
La seconda opera di Roman Polanski, che gli valse l'Orso d'argento a Berlino e la consacrazione internazionale, è un macabro e surreale viaggio nella mente di una protagonista in rotta di collisione con la realtà domestica e la vita metropolitana, dove il free jazz nella colonna sonora (di Chico Hamilton) fa da beffardo contrappunto a sequenze allucinanti che anticipano Rosemary ‘s Baby (1968) e L'inquilino del terzo piano (1976). La sceneggiatura, firmata dal regista con Gérard Brach, non è ancora calibrata al millimetro, ma gli incredibili sprazzi visionari (la sequenza del corridoio, con mani che emergono dal muro come a voler afferrare Carol) e l'indagine psicologica da manuale rendono Repulsion un'opera imprescindibile, testimonianza primaria della contaminazione tra quotidianità e incubo tanto cara all'autore polacco. Magnifica Catherine Deneuve, contemporaneamente fragile e letale, uranica e attraente, buffa e inquietante. Fotografia di Gilbert Taylor.