Durante la Guerra di secessione, il colonnello nordista McNally (John Wayne) arresta il capitano sudista Cordona (Jorge Rivero), dopo che questi, grazie a un tradimento, aveva rubato una ingente quantità di oro destinata alle truppe dell'Unione. Finita la guerra, McNally si mette sulle tracce dei traditori nordisti che permisero quel colpo e, proprio grazie a Cordona, scopre che uno di loro tiranneggia un paesino di nome Rio Lobo. Ultimo film di Howard Hawks, che in piena New Hollywood ripropone un western vecchia maniera, usando attori e personaggi che fecero grande il genere negli anni '40 e '50. Per un occhio disinteressato e non esperto della filmografia di Hawks, può legittimamente apparire come un'opera fuori dal tempo, stanca e un poco trombonesca nel suo ripetere la strada dei generi classici quando durante la New Hollywood si faceva il contrario. Tuttavia, se si guarda a essa con un più attenzione, Rio Lobo, pur nella consapevolezza di essere un'operazione nostalgica, serba dentro di sé alcune interessanti scelte registiche, che fanno emergere tutto il genio narrativo di Hawks: una su tutte, l'idea di spezzare il film in due, con un prologo (ambientato durante la Guerra di secessione) che occupa quasi metà pellicola, con il risultato di trasformare Rio Lobo in un lungometraggio per metà di guerra e per metà western. Commovente e, a suo modo, interessante. Per Hawks, un addio al cinema decisamente malinconico.