Petit Louis (Patrick Timsit), figlio di una prostituta, ha vissuto tutta la sua vita in un bordello della Parigi anni Quaranta. Quando arriva Marion (Laetitia Casta), tutto cambia: perdutamente innamorato, l'uomo le sacrificherà tutto, prodigandosi nella ricerca del vero amore per la ragazza. Ambientato poco prima della chiusura delle case di tolleranza, Rue des plaisirs racconta il mondo dei bordelli parigini dagli occhi ingenui del protagonista Louis, apparendo fin troppo ovattato e superficialmente romantico per essere immerso nel clima rigido e austero del secondo dopoguerra. Il solito giocattolino di Patrice Leconte, innamorato a dismisura dei suoi personaggi e smanioso di colorare il tutto tramite simpatici trucchi scenici (Parigi è una miniatura di carta animata) e furbi estetismi (le scene in Super 8). Ma le stilizzazioni non bastano ad arricchire la classica favola amara della prostituta che desidera trasformarsi in principessa: da una parte manca lo sfarzoso intrattenimento che restituisca lo spirito libertino dell'epoca delle case chiuse, dall'altra una dimensione tragica all'altezza della (pretesa) struggente storia d'amore. Superfluo. Scritto dal regista con Serge Frydman.