Il lascito del defunto Enigmista (Tobin Bell) sembra non avere fine. Mentre cinque persone sono imprigionate in una sotterraneo colmo di trabocchetti mortali, l'agente speciale Strahm (Scott Patterson) indaga sulla reale identità del detective Hoffman (Costas Mandylor). Il quinto capitolo della saga di Saw è un pastiche nauseabondo, tra stucchevoli tentativi di progressione narrativa e riferimenti agli eventi dei film precedenti. Anche in questo caso, viene svelato un nuovo tassello del complicato puzzle che costruisce il disegno di vendetta dell'Enigmista nei confronti del mondo. Un film pretenziosamente contorto, costituito da elementi slegati e continui rimandi a scene già viste. Non tragga in inganno la suggestiva sequenza iniziale, chiara citazione del celebre racconto Il pozzo e il pendolo, scritto dal maestro del terrore Edgar Allan Poe nel 1842. In questo caso, di magistrale vi è ben poco: una sceneggiatura a brandelli per una pellicola fatta di porzioni di carne umana e materia cinematografica di seconda scelta. Se si aggiunge che, a questo giro, la giostra dell'Enigmista riserva ben pochi brividi, l'indigesto piatto è servito. Sceneggiatura di Patrick Melton e Marcus Dunstan.