Nonostante l'Enigmista (Tobin Bell) sia ormai deceduto e il suo corpo sia stato smembrato in una sala d'autopsia, il suo disegno mortale non si è ancora arrestato. Stavolta toccherà al tenente Rigg (Lyriq Bent) percorrere il girone infernale che il serial killer ha sapientemente costruito. La saga di Saw procede di episodio in episodio, con la stessa ineluttabilità che caratterizza le impietose macchine di tortura fabbricate dall'Enigmista. Il quarto episodio, diretto da Darren Lynn Bousman (come i precedenti Saw II – La soluzione dell'enigma, 2005, e Saw III – L'enigma senza fine, 2006), non cambia le carte in tavola e si arrovella inutilmente nel costruire l'ennesimo meccanismo mortale. La vicenda s'intreccia narrativamente e temporalmente con gli episodi precedenti, ma il tentativo di dare una boccata d'ossigeno allo spettatore, mostrando il personaggio di John Kramer nella sua vita precedente alla deriva criminale che lo trasformerà nell'Enigmista, finisce in realtà per asfissiare una visione compromessa dalla ripetitività. Lo spettatore si sente ormai a casa propria, tra repentini smembramenti, colpi di scena telefonati ed ettolitri di sangue: per un thriller che dovrebbe spiazzare e sconvolgere, non c'è difetto peggiore del risultare involontariamente accomodante e ammiccante. Sceneggiatura di Patrick Melton e Marcus Dunstan.