Non è una giornata facile per la giovane londinese Helen (Gwyneth Paltrow): inaspettatamente licenziata dal lavoro, si affretta a prendere il treno che deve riportarla a casa. Di fronte alle porte del vagone, la sua vita subirà un brusco sdoppiamento, che la porterà a differenti scelte di vita e a risolutivi incontri.
L'esordio dell'inglese Peter Howitt è un'interessante riflessione sulle casualità della vita, sul destino e sulle scelte personali, celata sotto toni di commedia dalle venature romantiche e drammatiche. Attraverso un espediente già utilizzato in Destino cieco (1987) di Krzysztof Kieslowski, la linea narrativa è letteralmente spezzata in due tronconi che si muovono paralleli, sino a ricongiungersi in maniera emblematica in un finale aperto e suggestivo nella sua semplicità. Umorismo british, sentimenti e delusioni, tradimenti e riconciliazioni sono miscelati con gusto, semplicità ed efficacia; la pellicola, pur non toccando vertici di profondità introspettiva (ben lontani dal senso dell'operazione) e rivelandosi a tratti un po' forzata nella sceneggiatura, è in grado di stimolare considerazioni su argomenti comuni alla vita di tutti, e nel contempo di intrattenere e coinvolgere senza accentuare i toni melodrammatici. Sliding Doors consacrò sul grande schermo Gwyneth Paltrow, nel suo primo ruolo da protagonista. Nel ruolo di James, l'inglese John Hannah; Jeanne Tripplehorn è Lydia. Scritto dal regista.