Soffio al cuore
Le souffle au coeur
1971
Paesi
Francia, Italia, Rft
Generi
Commedia, Sentimentale
Durata
118 min.
Formato
Colore
Regista
Louis Malle
Attori
Benoît Ferreux
Lea Massari
Daniel Gélin
Fabien Ferreux
Marc Winocourt
Ave Ninchi
Jacqueline Chauvaud
Michael Lonsdale
Appassionato di Camus e Charlie Parker, il geniale adolescente Laurent Chevalier (Benoît Ferreux), figlio del ginecologo Charles (Daniel Gélin), viene svezzato ad alcool, fumo e sesso dai due fratelli maggiori, Thomas (Fabien Ferreux) e Marc (Marc Winocourt), nella Digione degli anni Cinquanta. Dopo la prima esperienza in un bordello e prima di andare a bussare alle porte delle coetanee, durante un soggiorno alle terme per curare l'aritmia che dà il titolo al film, passerà la notte del 14 luglio nel letto della madre di origine italiana Clara (Lea Massari) che ha sempre avuto con lui un rapporto speciale e molto aperto.
Rimaneggiando tutta una serie di materiali autobiografici, Malle scrive e dirige una pellicola personalissima, animata da personaggi fuori dal senso comune della morale, brillanti e simpaticamente anarchici come se fossero protagonisti, più che di un film, di un fumetto satirico sulla Francia che, nel dopoguerra, ancora si ostina a combattere nei territori coloniali. Probabilmente è questo il parallelismo che regge la ribellione tout court, benché incruenta, di Laurent: un rifiuto dell'autorità paterna come di quella civile (ed ecclesiastica, considerato che c'è anche Michael Lonsdale nei panni di un prete pedofilo) e un'opposizione intellettuale a tutto ciò che compone lo status quo. Il regista erra forse per eccesso di generosità, mettendo sul fuoco anche la lotta partigiana della famiglia materna e una bonaria presa in giro di certa italianità, soprattutto attraverso la governante interpretata da Ave Ninchi: sfumature peraltro perse (ovviamente) nel doppiaggio, dove il protagonista diventa Renzino (nomignolo che solo a tratti la madre gli riserva nell'originale). Sfumata e per nulla esplicita nonostante le tematiche, l'opera scioglie comunque ogni tensione nella generale risata finale che ribadisce la leggerezza con cui va considerato il racconto nel suo insieme. Imperfetto, forse, ma efficace e meritevole di attenzione. Nomination all'Oscar per la miglior sceneggiatura originale (dello stesso Malle). Presentato in concorso al Festival di Cannes.
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