Drammaturgo in cerca di successo, con un agiata infanzia alle spalle e attualmente mantenuto dalla fidanzata, Wallace (Wallace Shawn) è preoccupato di dover cenare con l'amico di un tempo Andre (Andre Gregory) che, dopo essere stato affermato regista, pare sia diventato una specie di strambo santone. Durante la loro lunga conversazione al ristorante, si scoprirà che le cose non stanno esattamente in questi termini. Il progetto pensato dai due protagonisti per portare sullo schermo le riprese (praticamente in tempo reale) di un'ipotetica cena tra personaggi omonimi degli attori che sfiorano sempre (senza mai combaciarvi) l'autobiografia, prende corpo grazie alla regia, attenta ma invisibile, di Malle. La presunta pazienza richiesta allo spettatore da una pellicola di questo genere è in realtà resa quasi superflua dalla brillante esposizione delle esperienze e della nuova filosofia di Andre, contrappuntata ora dall'interesse ora dal timore di Wallace che, anche a distanza di tempo dalla realizzazione, mantiene la propria freschezza e attualità. I racconti delle esperienze di teatro con Grotowski, il fascismo insito ne Il piccolo principe, l'immagine di New York come lager volontario, sono ancora oggi metafore e strumenti validi per valutare l'inumanità della condizione di esseri civilizzati. Lontano dal teatro filmato proprio perché pensato fin da subito per essere un film, La mia cena con André è un prodotto anticonvenzionale, di culto negli Stati Uniti, che meriterebbe maggior fama anche sul suolo europeo.