Dario (Diego Abatantuono), psicologo svogliato fidanzato con Nora (Lina Sastri), un giorno incontra il suo migliore amico delle superiori, Mario (Massimo Venturiello), da cui si era allontanato dopo che si erano contesi Anna (Monica Guerritore), oggi moglie dello stesso Mario. Prima di morire improvvisamente durante una seduta, l'uomo confida a Dario di avere un'amante giovanissima, Ester (Amanda Sandrelli). Giuseppe Bertolucci prende spunto dall'omonimo romanzo di Giovanni Pascutto per realizzare un film dai toni finemente surreali, mescolando elementi tipici della commedia a suggestioni appartenenti alla dimensione del dramma. L'intuizione vincente risiede nel reinterpretazione del concetto di identità: Dario e Mario si scambiano, si spacciano l'uno per l'altro, creano una vita alternativa in cui faticano a trovare un modo per gestire le proprie ambizioni. Ogni desiderio di riscatto o cambiamento sembra essere punito, non resta che stare a guardare lo scorrere della propria esistenza in veste di spettatore, lasciando che siano gli altri (le altre, in questo caso) a segnarci una imperscrutabile via da seguire, come suggerito nell'ambizioso finale. L'assenza di risposte è limite e pregio di un film che è sempre a un passo dal perdersi nelle fumose teorie dei rapporti interpersonali. Una pellicola al femminile condotta da un punto di vista maschile, che supera i limiti della sterile seduta psicanalitica con la leggerezza di tocco, il garbo della scrittura, le convincenti interpretazioni. Diego Abatantuono, più misurato del solito, è perfetto, ma sono da citare anche Monica Guerritore, Lina Sastri, Amanda Sandrelli e Domiziana Giordano (una paziente innamorata di Dario). Musiche di Nicola Piovani.