Adriano Celentano sbarca ad Amalfi con la band dei Ribelli e l'impresario Giovanni (Erminio Macario); l'accoglienza non è delle migliori e l'intera isola sembra stranamente ostile. Nel frattempo, un sosia un po' tonto dello stesso Celentano viene spacciato come il vero cantante nei locali della costiera napoletana. Sarà questa la soluzione del mistero? Un Molleggiato lanciatissimo, agli inizi degli anni '60, prova a realizzare, sotto la direzione di Fulci, un film musicale con un minimo di sottotrama. Il gioco degli equivoci è elementare, ma svolge il compito d'intrattenimento: s'ironizza sulla figura della rockstar, sull'idolatria a volte cieca dei fans e su certi piccoli attriti tra nord e sud, enfatizzati dalla compresenza di diverse parlate dialettali. L'arte della contraffazione, tipicamente partenopea, è ben rappresentata dal truffatore Cannarulo (Nino Taranto) e dall'alter ego "taroccato" di Celentano, Peppino, le cui smorfie ricordano il personaggio dell'uomo scimmia del film Bingo Bongo(1982) di Pasquale Festa Campanile. Solo per i fan di Celentano, non per quelli di Fulci (la cui mano non si nota davvero mai).