Parigi, fine anni Settanta: un gruppo di argentini in esilio nella capitale francese decide di mettere insieme uno spettacolo musicale dedicato a Carlos Gardel, cantante e attore famosissimo in patria. Lo spettacolo è anche un pretesto per inscenare una profonda riflessione politica sullo stato in cui versa l'Argentina, ma i francesi non lo capiranno. Riflettendo l'esperienza personale del regista, esiliato a Parigi per fuggire dalla dittatura, Tangos – L'esilio di Gardel, proprio come lo spettacolo che racconta, mescola riferimenti appartenenti al panorama culturale argentino a vicende personali dei protagonisti e a temi di denuncia: questa amalgama può non apparire sempre equilibrata, ma è anche la forza del film, che unisce intimismo, amore per la danza e per la musica e analisi politica. Scritta e diretto da Solanas, che cura anche scenografie e scrive alcune musiche, è una pellicola personalissima e originale, forse non immediata da recepire ma senza dubbio meritevole di una visione, grazie anche ai tanghi di Astor Piazzolla e alla voce di Gardel che, fantasmatica, si fa sentire di tanto in tanto. Gran premio speciale della giuria e Premio Pasinetti alla Mostra del Cinema di Venezia.