Peter (Hugh Jackman) è un uomo di successo, la cui vita frenetica con il figlio appena nato e la nuova compagna Beth (Vanessa Kirby) viene sconvolta quando l’ex moglie Kate (Laura Dern) bussa alla loro porta: il figlio Nicholas (Zen McGrath), ormai adolescente, manca da scuola da mesi ed è tormentato, distante e arrabbiato. Peter si sforza di prendersi cura del primo figlio come avrebbe voluto che suo padre si fosse preso cura di lui, mentre si destreggia tra il lavoro, il neonato avuto da Beth e l’offerta della posizione dei suoi sogni a Washington. 

Dopo gli ottimi risultati raggiunti con il suo esordio cinematografico The Father (2020), il drammaturgo e regista francese Florian Zeller adatta per il grande schermo un’altra sua pièce, nuovamente incentrata su complesse dinamiche famigliari. In questo caso il traino principale della narrazione è il senso di colpa che prova Peter per aver lasciato la sua precedente famiglia, ma anche il confronto tra l’uomo e la figura paterna che l’aveva trascurato a sua volta quando era un adolescente. Ci sono così tre “figli” in questa pellicola: il neonato che rappresenta il futuro, il figlio adolescente che è in questo caso il presente, ma anche lo stesso Peter che non ha superato i traumi del rapporto col genitore nel suo passato. Zeller scrive con grande cura un dramma struggente che a volte esagera nel voler essere doloroso a tutti i costi, ma che riesce ugualmente a toccare corde emotive molto profonde ed emozionare. Alcuni passaggi possono risultare un po’ furbi, ma il disegno complessivo regge alla distanza e non mancano momenti puramente commoventi. Merito di una messinscena che, seppur più convenzionale e meno audace di The Father, riesce a risultare puntuale e precisa nel raccontare i sentimenti. Ottima prova di tutto il cast, ma una menzione speciale va una notevolissima Laura Dern. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2022.