Pablo Picasso (Anthony Hopkins), nella Parigi occupata dai tedeschi, vive una relazione con la sua musa Dora Maar (Julianne Moore) fino all'incontro con la giovanissima Françoise Gilot (Natasha McElhone): l'amore tra i due è subitaneo e intensissimo, tanto da consentir loro di metter su famiglia, ma l'egoismo, l'eccentricità e i continui tradimenti del pittore mettono in difficoltà il candido animo della donna. James Ivory, aiutato dalla fedele Ruth Prawer Jhabvala alla sceneggiatura, traspone liberamente il romanzo di Arianna Stassinopoulos Huffington Picasso: Creator and Destroyer e consegna a futura memoria un biopic eccentrico e pasticciato, un melenso bigino vagamente misogino in cui né Picasso né la sua girandola di amanti fanno una gran figura. Il voice-over sul finale, la mediocre prova di un Anthony Hopkins picaresco e insopportabile e un'atmosfera soffocante e ammuffita non rendono onore alla figura del pittore, nemmeno nel cantarne i difetti. In più di due ore di tale bailamme, ci si chiede se sia più semplice sopravvivere a Picasso o al film. Forse la prima, con buona pace di Françoise Gilot. Primo ruolo importante per Natasha McElhone.