Tracy (Evan Rachel Wood) è una studentessa modello e ragazza perbene, che riesce a vivere grazie ai sacrifici della madre (Holly Hunter). Quando conosce Evie (Nikki Reed), viene introdotta in un mondo completamente sconosciuto, costellato di ribellione, sesso, droga e ogni genere di trasgressione. Non la rappresentazione del degrado della perdizione, ma la ricerca quasi morbosa di un'innaturale maturità prematura. Con questo obiettivo si è mossa un'esordiente Catherine Hardwicke, che ha messo in scena la vicenda autobiografica della coprotagonista Nikki Reed, anche co-sceneggiatrice del film. La regista cerca in tutti i modi di offrire uno sguardo neutro, senza voler dare giudizi su quanto accade alla protagonista interpretata da Evan Rachel Wood: ma la ricerca dell'obiettività si perde presto lungo il cammino, per via di una sceneggiatura colma di banalità, di repentini cambi decisionali dei personaggi, e per una regia che abbandona spesso la “distanza documentaristica” (se, così, si può definire) per avvicinarsi morbosamente alle protagoniste. La fotografia di Elliot Davis, che mescola colori caldi e freddi in forte contrasto, aiuta più a perdere di realismo che a garantirlo. Fortemente sopravvalutato alla sua uscita, Thirteen – 13 anni ha ottenuto diversi immeritati riconoscimenti, a partire dal premio per la miglior regia vinto al Sundance Film Festival 2003.