Tilaï
Tilaï
1990
Paesi
Burkina Faso, Francia, Gran Bretagna, Svizzera, Germania
Genere
Drammatico
Durata
81 min.
Formato
Colore
Regista
Idrissa Ouedraogo
Attori
Rasmané Ouédraogo
Ina Cissé
Assane Ouedraogo
Roukietou Barry
Sibidou Sidibe
Mariam Barry
Moumouni Ouedraogo
Daouda Porgo
Saga (Rasmané Ouédraogo) torna dopo due anni al villaggio natale, scoprendo però che la sua donna (Ina Cissé) è diventata sposa del padre. Il ritorno di fiamma tra i due spinge il genitore a suicidarsi per il disonore; Saga evita la condanna a morte solo per l'intercessione del fratello (Assane Ouedraogo), che lo lascia scappare. La resa dei conti è però solo rinviata.
Rispetto a Yaaba (1989), il regista burkinese Idrissa Ouedraogo si conferma da un lato estremamente coerente con l'essenzialità e il ferreo rigore stilistico, spingendo però dall'altro sui toni cupi e drammatici e sulla denuncia della tradizione delle piccole comunità rurali africane, che diventa chiusura totale. Se il film precedente, infatti, era quasi una favola sull'amicizia e sulla tolleranza, amara e dura ma tutt'altro che priva di speranza, qui viene accentuato l'elemento della tragedia, con lontani richiami shakespeariani, portatrice di ben poca speranza. È un'opera sul senso dell'onore e delle responsabilità, sulle conseguenze dolorose delle proprie scelte e sulle vendette: cupo e sufficientemente crudo, il film riesce a inquietare e a dare uno sguardo preciso – a tratti da antropologo – sulle comunità africane. Pur con qualche lungaggine di troppo e uno stile che già rischia di diventare manierismo, è la conferma di un regista importante, come dimostra il Grand Prix Speciale della Giuria vinto al 43º Festival di Cannes.
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