Truth – Il prezzo della verità
Truth
2015
Paesi
Australia, Usa
Genere
Drammatico
Durata
125 min.
Formato
Colore
Regista
James Vanderbilt
Attori
Cate Blanchett
Robert Redford
Topher Grace
Dennis Quaid
Elisabeth Moss
Bruce Greenwood
Dan Rather (Robert Redford), celebre anchorman del network televisivo americano CBS, si dimise nel 2005 dopo la messa in onda di un servizio giornalistico che insinuava dubbi sulla militanza del presidente degli Stati Uniti George W. Bush nella Guardia Nazionale Aerea ai tempi della Guerra del Vietnam. Responsabile del servizio era Mary Mapes (Cate Blanchett).

Opera prima dello sceneggiatore James Vanderbilt (suo lo script di Zodiac del 2007), che esordisce dietro la macchina da presa con una vicenda legata alla storia recente del giornalismo americano, adattata sullo schermo a partire dal memoriale della stessa Mary Mapes, Truth and Duty: The Press, the President and the Privilege of Power. Un esempio di cinema giornalistico d’impianto liberal in cui la forma, distesa e riflessiva ma sempre pronta a ravvivarsi e ad accendersi in scia alle azioni dei personaggi, rievoca l’atmosfera delle pellicole d’inchiesta degli anni ’70. I due personaggi principali, la reporter Mary Mapes, che incappa in un fatale incidente di percorso che le costerà caro, e quella rassicurante dell’anchorman carismatico interpretato da Robert Redford, sono esemplificative di un giornalismo vecchio stile prossimo all’estinzione per via dell’insorgere di rinnovati modelli di comunicazione dettati dai nuovi media. Nello stesso anno de Il caso Spotlight (2015), il film di Vanderbilt racconta anch’esso il lato più scomodo e doloroso del giornalismo: ma lo fa con toni più didattici e prevedibili, più schematici e telefonati, anche se non meno condivisibili dal punto di vista etico. Il coraggio martoriato della Mapes e l’infrangibile aura d’antan di Rather non rimandano in maniera bidimensionale alla nostalgia di un passato da rimpiangere in modo ottuso, ma sottolineano la necessità di attualizzare quei modelli anche all’epoca del web e della dipendenza obbligata dai clic dei social. Peccato però che il meccanismo di scrittura non sia sempre oliato a dovere, né implacabilmente feroce a livello di ritmo e tenuta complessiva, con qualche coloritura enfatica di troppo, dettata soprattutto dalla presenza in scena dell’icona democratica Redford. Presentato al Festival di Toronto e alla Festa del cinema di Roma.
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